A CAMALDOLI PER PREGARE E RIFLETTERE

Foto Camaldoli grande
Come contrastare le disuguaglianze per affermare la giustizia?

Si è svolto a Camaldoli dal 6 al 8 novembre 2015 l’incontro di spiritualità delle Acli sul tema “Lo scandalo delle disuguaglianze e le esigenze della giustizia”. Sul sito delle Acli nazionali (www.acli.it) sono pubblicati testi e video della tre-giorni.

Di seguito un estratto della prima parte dell’intervento di Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli.
«Credo che non si potesse trovare un tema tanto opportuno e di attualità come quello su cui abbiamo riflettuto in queste giornate. “Lo scandalo delle disuguaglianze e le esigenze della giustizia” interpellano oggi come non mai non solo la nostra associazione ma la vita della società, della democrazia e della Chiesa. (…)
Alcune parole chiave hanno scandito i momenti di riflessione. (…) Una è senz’altro condivisione. Un concetto che appare nel contempo un antidoto allo scandalo delle disuguaglianze, e una speranza per le esigenze della giustizia. Ma l’idea della condivisione richiede anche molto coraggio perché trova scarso spazio nell’economia, nella società, nell’informazione, nella cultura e nella mentalità dominanti.
(…) Lo scandalo della disuguaglianza spesso coincide con lo scandalo del lavoro nero o precario, mal retribuito e con diritti e tutele decrescenti. L’idea di condivisione è negata alla radice da quella che Papa Francesco, nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, ha definito la «tirannia invisibile» costituita dall’«autonomia assoluta dei mercati e dalla speculazione finanziaria» (§ 56). Viviamo in un tempo, e in una zona della terra, dove il capitale si è sostituito al sovrano, dove i poteri economici e finanziari non ricevono più legittimazione, governo e limitazioni dalla politica, ma sono loro stessi che selezionano la classe politica ed operano un rigido controllo dell’informazione, in un contesto che alcuni politologi hanno definito di post-democrazia, in cui le forme della democrazia rimangono intatte ma nella sostanza viene imposta quella tirannia, non a caso “invisibile” di cui parla il Papa. foto interna
Quello che è stato per decenni il proficuo compromesso tra capitalismo e democrazia è stato spazzato via dal predominio dei poteri finanziari sulla politica. Un predominio che si sta manifestando come incapacità a creare nuova ricchezza, lavoro e sviluppo. Un predominio che è intrinsecamente parassitario, perché cresce e si nutre dell’impoverimento dei popoli e delle famiglie, di salari inadeguati, di tagli allo stato sociale, attraverso un esasperato, strutturale, subdolo e fraudolento indebitamento degli stati. La forma di capitalismo che conosciamo oggi, senza più un
volto umano, si fonda sull’ingiustizia. (…)
Credo che la parola condivisione sia esigente anche all’interno delle Acli. In più di un senso. Non solo e non tanto nel senso della ricerca dell’unità e della condivisione più ampia possibile degli orientamenti, ma anche, e soprattutto, la condivisione delle difficoltà in questa fase di scelte anche dolorose sul piano della gestione. Dobbiamo pensare di superare questi momenti insieme, in modo solidale. Ritengo che i vertici associativi e del sistema aclista debbano continuare a dare dei segnali in questo senso, nessuno si può chiamare fuori pensando di scaricare sugli altri i problemi, e così ogni pezzo della nostra rete associativa.
Solo se prevarrà questo stile di condivisione potremo essere capaci di sentirci parte di quella grande maggioranza del popolo che soffre gli effetti della crisi. In questi anni ce lo siamo detti tante volte, ma è sempre bene che ce lo ricordiamo: essere aclisti non significa far parte di una élite, ma sentirci popolo, parte di quella maggioranza di cittadini disagiati e impoveriti che pagano le conseguenze della crisi per conto delle minoranze che la crisi l’hanno provocata e da cui traggono indebito vantaggio».
Per approfondimenti: www.acli.it/i-temi/vita-cristiana/10372-camaldoli-2015-disuguaglianze-e-giustizia