Il progetto, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo, è gestito dalla Fondazione En.A.I.P. S. Zavatta – Rimini (titolare) in partenariato con A.e.c.a., Iscom, Cescot e si e si rivolge a persone “non occupate” con basso titolo di studio e/o con più di 50 anni.
Le persone con un titolo di studio basso rientrano tra i soggetti più a rischio di esclusione dal mercato del lavoro, sia per la minore probabilità di parteciparvi attivamente, sia per la minore probabilità di trovare lavoro qualora lo cerchino attivamente.
I dati Istat evidenziano come in Italia il diploma sia considerato il livello minimo indispensabile per acquisire le competenze di base richieste nella società. Sul versante anagrafico, è noto come il numero di persone con più di cinquant’anni che sono state espulse dal mondo del lavoro sia andato crescendo negli ultimi anni, per effetto di fattori come l’invecchiamento della popolazione e la riforma del sistema pensionistico. In molti casi, all’assenza di lavoro si aggiunge la mancanza di forme di sostegno al reddito o di accompagnamento verso la pensione. I dati preoccupanti sono relativi alla durata della disoccupazione e alla durata media della ricerca di un lavoro, che sono di norma molto elevate a dimostrazione di una marcata difficoltà di reinserimento nel mercato del lavoro.
È evidente che, in casi in cui vi è una compresenza di entrambi i fattori di svantaggio (basso titolo di studio ed età elevata), si può assistere a situazioni di maggior criticità per effetto di una pluralità di condizioni che vanno a sommarsi e che ostacolano la piena occupabilità. Complessivamente l’assenza di lavoro espone i soggetti a condizioni di precarietà o basso reddito, fattori che possono influire sulla salute psichica e fisica, con ripercussioni nei rapporti con gli altri, soprattutto se la mancanza di lavoro è prolungata nel tempo.
Il percorso formativo fornirà una alfabetizzazione digitale a coloro che non hanno alcuna dimestichezza con l’utilizzo degli applicativi informatici.
Parallelamente alle competenze, favorirà la comprensione del fondamentale ruolo che l’informatica riveste nella società di oggi e nel mondo delle professioni. Il processo di digitalizzazione della società e delle professioni è ormai un fattore inconfutabile che andrà aumentando; basti pensare ai cambiamenti legati alla diffusione dell’intelligenza artificiale, della robotica, della realtà aumentata, dei big data.
L’Ocse, nel suo “Skills Outlook 2019” che valuta la capacità dei paesi membri di sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie evidenzia che in Italia solo il 21% delle persone tra i 16 e 65 anni è “alfabetizzato digitale”. Solo un italiano su tre sa navigare su Internet e pochi docenti sanno insegnare l’uso del computer nelle scuole. Appare evidente come l’informatica sia essenziale per l’inclusione sociale e lavorativa nella attuale “Era digitale” e in quella futura, non solo per lo svolgimento di quotidiane attività, ma anche per poter stare nel mondo delle professioni con gli strumenti richiesti.