di Cinzia Sartini
E’ stato inaugurato venerdì mattina 10 maggio il nuovo CTO dell’Associazione Zavatta a Sant’Aquilina di Rimini, alla presenza del Vescovo di Rimini S.E. monsignor Francesco Lambiasi, del Presidente della Provincia Stefano Vitali, del Sindaco di Rimini Andrea Gnassi e del Direttore Generale dell’AUSL Marcello Tonini. Arrivata da Roma anche Paola Vacchina, Presidente Nazionale ENAIP. A sottolineare l’importanza della collaborazione tra i vari soggetti coinvolti, molti amministratori e dirigenti pubblici. Acli e Diocesi di Rimini, soci della struttura che ospita attualmente 25 ragazzi e impegna circa 10 operatori, erano presenti con i membri della presidenza e consiglieri di Fondazione e Associazione EnAIP S. Zavatta.
Un momento di festa all’interno della Quinta Conferenza Organizzativa della Fondazione Enaip, per fare il punto sulla situazione attuale e le prospettive future. Durante l’intera giornata si sono alternati i lavori con le relazioni degli ospiti e dei responsabili della Fondazione. Negli interventi che si sono susseguiti nella mattinata, è stato da più parti sottolineato come continua ad essere prioritario investire nel sociale.
Il Presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali ha lanciato un allarme alle Istituzioini civili: “Occorre relazionarci se non facciamo qualcosa oggi, non ci saranno più servizi futuri. Occorre quindi salvarsi insieme, rinunciando ai piccoli protagonismi. Soprattutto noi della classe dirigente abbiamo la responsabilità di fare passi insieme, dall’Ospedale alle scuole, occorre metterci seduti intorno ad un tavolo e fare un programma per salvarsi insieme”.
Al taglio del nastro per lo stabile interamente ristrutturato e reso operativo, che ospita il centro di terapia occupazionale per ragazzi ed adulti, con handicap di diverso tipo e grado, erano presenti oltre 200 persone. Un centro che opera all’interno delle diverse attività dell’EnAIP e del Centro Sergio Zavatta legate al disagio sociale. Un impegno economico davvero impegnativo, considerando il periodo di profonda crisi che accompagna tutti, Enti e Associazioni comprese.
La nuova struttura del CTO, si trova a nella stessa area di quella vecchia, ormai obsoleta, che potrà essere ‘riciclata’ per ospitare altre attività portate avanti dai diversi gruppi di lavoro, ad esempio di tipo agricolo, visto che la struttura di Sant’Aquilina gode della fortuna di avere moltissimi ettari di terreno intorno.
CTO S.Aquilina: in mostra nei nuovi locali inaugurati il 10 maggio alcuni lavori realizzati dagli ospiti del Centro
Il Saluto del Presidente Ubaldo Rinaldi
10 maggio 2013 – Care amiche e cari amici, mi sono immaginato questa giornata come il giorno della nostra festa, festa per essere riusciti con l’impegno di tutti a realizzare il nostro nuovo centro socio-educativo, per il nostro quotidiano lavoro con nuove progettualità e attività, ma festa anche come pausa di riflessione, come momento per riprendere le energie per ripartire. Così interpreto il senso di questa nostra quinta conferenza organizzativa.
Il non poter essere con voi mi rattrista perché non potrò godere dei contributi che, gli amici relatori e i vostri interventi avrebbero potuto darmi.
L’inaugurazione del nuovo centro in questi momenti di difficoltà, di profonda crisi e di smarrimento di molti punti fermi dà il senso di quanto L’Enaip investa nel futuro. Questa inaugurazione non è legata solo alle strutture, anche se bellissime e funzionali ai nostri obiettivi, ma soprattutto ad una nuova stagione di progettualità dà realizzarsi in questo meraviglioso sito di S.Aquilina. Il percorso che oggi tracciamo prevede di mettere a disposizione della collettività tutte le opportunità dei nostri 17 ettari di terreno e di tutte le strutture su di esso presenti.
Alcune considerazione sul senso che ha per me la conferenza organizzativa.
Credo che le tre direttrici richiamate nel programma debbano essere le nostre coordinate, i nostri riferimenti per non rischiare di perderci :
-Lo sfondo sociale e politico su cui il nostro Ente agisce e dovrà muoversi;
-I valori che vuole affermare nel nostro impegno;
-Le idee e le spinte innovative che accompagnino chi opera quotidianamente;
Sono sicuro che i primi due punti, su cui tutti dovremmo riflettere continuamente per come coniugare le ragioni del nostro essere con i nuovi bisogni che i cambiamenti socio politici inducono, siano nel nostro dna e che con il supporto della Diocesi e delle Acli, che sono i nostri soci fondatori, siano per noi, anche se non facilmente, percorribili. Più impegnativo è il piano di sviluppo delle nuove idee e delle vere innovazioni ,non solo tecnologiche, ma, soprattutto, metodologiche di” prodotto e processo” che siano in grado di dare risposte a chi è portatore di un bisogno e ci richiede una risposta che possa aiutarlo. Questo atteggiamento culturale, anche se non ci lascia mai tranquilli, del resto sappiamo bene che la formazione ha bisogno di passione, di pathos, di provocazione, è l’unico atteggiamento che può darci sviluppo, crescita, ma, soprattutto, che può continuare a dare il senso a ciò che stiamo facendo. La ricerca continua di nuove idee e nuove innovazioni capaci di rispondere ai bisogni,vecchi e nuovi delle persone che è il senso del nostro essere, può aiutarci a non cadere nell’individualismo di massa che, con l’idea della responsabilizzazione individuale, pretende che il singolo individuo gestisca ogni aspetto della sua esistenza in un processo di continua contraddizione, che, con l’andare del tempo, produce guasti individuali e collettivi difficilmente reversibili. La ricerca di idee e di spinte innovative ci aiuta anche a dimostrare continuamente a chi ritiene la manualità prerogativa di esseri inferiori, che uno dei mali della nostra società è lo stigma che divide nettamente il lavoro manuale da
quello intellettuale. Una delle contraddizioni che rendono l’individuo più fragile è quella in cui si colloca la spaccatura fra le sue mani e la sua mente c’è chi ritiene che la manualità sia indice di inferiorità, che trova soluzioni solo precarie a cui si aggrappa con le mani, illudendosi che la sua mente sia libera di progettare un futuro migliore.
Oggi sono più che mai convinto che la nostra struttura, che vuole continuare ad essere dalla parte degli ultimi, valorizzando l’intelligenza delle mani e connettendo mani e mente possa, diventare un cantiere di idee e innovazioni efficaci.
Ogni progetto per la sua realizzazione deve essere sostenibile. Cosa rende sostenibile e attuabile il nostro progetto?
1) Mantenere le stesse qualifiche nella tipologia IeFP, migliorandone continuamente la didattica e gli strumenti operativi per il raggiungimento di tutti gli obiettivi, anche quelli culturali;
2) Alimentare la rete dei nostri partner al fine di individuare assieme la
3) progettualità che risponde alle persone in difficoltà e incrementare l’attività nell’asse inclusione;
4) Prepararci , studiando i documenti delle strategie europee 14-20, per i prossimi bandi sui diversi obiettivi e motori di crescita;
5) Non indietreggiare sulle attività di alta formazione, anzi pensare una strategia che ipotizzi l’attuazione dei poli tecnici nella nostra Provincia;
6) Riprendere a cuore alcune attività formative sul lavoro, riproponendo progetti ad aziende o singoli lavoratori;
7) Sviluppare attività socio assistenziale cercando opportunità finanziarie oltre i nostri committenti;
8) Studiare e mettere in pratica da subito un piano di attività formative a libero mercato. Questa attività, che anche per questione ideologiche , non abbiamo mai curato abbastanza, possono oggi consentirci di proporre corsi necessari alle persone e non finanziabili dal pubblico, garantendo nel contempo qualità pedagogica e contenimento dei prezzi.
Credo che, se riusciremo a mantenere le posizione previste in questi punti, sia facile prevedere per la nostra organizzazione un nuovo ciclo di crescita e sviluppo. E’ con questo auspicio che ringrazio tutti i partecipanti a questa nostra festa, ma, soprattutto, un ringraziamento a tutti i dipendenti e collaboratori, vero motore del nostro agire. Un ringraziamento particolare alla direzione a Giovanna,a Marco,a Sabrina e a tutte le autorità presenti. La vostra presenza testimonia quanto la nostra storia si intrecci con la storia della nostra comunità e quanto il nostro agire rientri in un progetto comune di sviluppo di un territorio in cui sono coinvolte tutte le istituzioni e le organizzazioni, che credono in un comune percorso per il bene comune. A Paola Vacchina, nostro presidente Nazionale, un abbraccio affettuoso e un grazie per la sua presenza, che testimonia la volontà di ridisegnare le strategie di ENAIP Nazionale, partendo dalle peculiarità e dalle esigenze delle sedi regionali e provinciali, ma soprattutto grazie per il contributo che vorrà dare a questa nostra giornata.
A tutte e a tutti un caloroso saluto e auguri di buon lavoro