Un diamante può non essere per sempre, alla luce della sentenza del 10 gennaio 2019 emessa dal Tribunale di Milano, sezione Fallimentare, che ha dichiarato il fallimento della società brocker di pietre preziose Intermarket Diamond Business SpA.
Numerosi cittadini, anche riminesi, volti noti compresi, hanno acquistato per un valore “gonfiato” rispetto al valore effettivo della pietra, diamanti dalla IDB fallita, che ha utilizzato gli istituti bancari per “piazzarli” sul mercato come beni rifugio. Tali condotte sono state dapprima sanzionate dall’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e poi censurate dagli acquirenti stessi che si sono rivolti alle associazioni dei consumatori, fra le quali la Lega Consumatori di Rimini, promossa dalle Acli, per cercare di ottenere la risoluzione dei contratti con restituzione dei soldi corrisposti.
Tuttavia, è arrivata l’ennesima beffa per chi ha lasciato in deposito i diamanti presso la IDB, con la citata dichiarazione di fallimento, che blocca, almeno temporaneamente, le pietre presso la fallita. Infatti, molti acquirenti le loro preziose pietre non le hanno mai neppure viste, lasciandole depositate presso la società venditrice. Per molte persone si trattava di risparmi di una vita, che oggi sono “pietrificati”. Tra i casi gestiti dall’associazione Lega Consumatori, c’è anche chi ha investito più di 100mila euro.
«È necessario agire velocemente – avverte l’avv. Emanuele Magnani, presidente della Lega Consumatori di Rimini –. La restituzione dei diamanti deve essere richiesta espressamente al curatore del fallimento per non perdere il proprio diritto».
Il legale invita i consumatori danneggiati a rivolgersi anche allo sportello della Lega Consumatori per avere le informazioni sulla corretta procedura da seguire telefonando allo 0541/784193 o scrivendo a info@legaconsumatoririmini.it