FERMARE LA GUERRA IN SIRIA – L’appello delle monache siriane

 

02-siriaOperate per la cessazione delle inique sanzioni che uccidono la nostra gente
Sempre più persone ci chiedono: ma noi cosa possiamo fare? Ora che sono evidenti per tutti le implicazioni politiche, le manipolazioni internazionali, gli interessi che hanno provocato e mantengono vivo il conflitto siriano, ora che tutti – o quasi – ne parlano, e che incredibilmente tutto – o quasi – va avanti come prima… chi davvero vorrebbe poter fare qualcosa per la Siria e soprattutto per i siriani e tutto il Medio Oriente, si sente impotente.
Ma non è così, qualcosa si può fare. Prima di tutto, non smettere di voler capire ciò che riguarda questa guerra, informarsi, cercare di ascoltare tutte le parti. 
È già moltissimo, perché molto di ciò che è accaduto è stato possibile grazie alla disinformazione, al potere e alla violenza di una comunicazione asservita ai vari interessi di parte, così come accade purtroppo per tante altre realtà.

È importante anche guardare “oltre” questa guerra. Non fermiamo i nostri occhi solo sulle macerie, sugli orrori di cui può rendersi capace un’umanità abbruttita, non restiamo sospesi in questo sentimento vago e scoraggiante di qualcosa di ineluttabile che è lì, contro il quale non possiamo fare nulla. Guardiamo a cosa possiamo fare OGGI.

Fare per costruire, per progettare un futuro. Che ci sarà, oh sì che ci sarà.
Noi, qui ne siamo certi, per paradossale che sembri, più le difficoltà si moltiplicano più sappiamo reagire…
Quello che vogliono oggi i siriani, quello di cui hanno bisogno, è soprattutto vivere.
Banale, ovvio, ridicolo dirlo. Ma oggi lo si deve dire: senza “la vita di base”, tutti gli altri valori diventano ridicoli.
La vita C’È, in realtà, a dispetto di tutto. Solo che è messa alla prova, fa fatica; letteralmente, fatica da morire. Perché non solo non è aiutata, ma è ostacolata, impedita da quell’iniquo strumento di “democrazia” che sono le SANZIONI INTERNAZIONALI.
Dalla Germania, e forse da qualche altra parte , si sta muovendo qualcosa. Qualcuno ha finalmente deciso di prendere seriamente in mano la questione delle sanzioni. Mobilitatevi anche voi, appoggiateli, create altre petizioni. Fate qualcosa.
È veramente ora di finirla con questa vergogna. Si sa benissimo che queste misure non colpiscono affatto chi è al potere. Le sanzioni colpiscono la gente, e in modo durissimo… Niente materie prime per lavorare, niente medicinali, anche per le malattie gravi. Tutto carissimo, i prezzi degli alimenti sono arrivati a dieci volte tanto… Senza lavoro, in un paese in guerra, dilaga la violenza, la delinquenza, il contrabbando, la corruzione, la speculazione, l’insicurezza. Questi, sono i frutti delle sanzioni.

La gente non ne può più. “Benissimo, è proprio questo che si vuole con le sanzioni: esasperare la gente perché faccia pressione sul governo”.
Benissimo? E CHI lo vuole? Quattro anni (e più) di sofferenza della gente, quattro anni di vita tirata con i denti… Provate a immaginare quanti sono quattro anni per un bambino in crescita? Quanto importanti?
È possibile pensare di usare anni di sofferenza della gente per ottenere un risultato politico, strategico? mascherandolo poi come il bene vero della gente stessa? No, non è proprio possibile. E se non sappiamo trovare altri strumenti, allora siamo veramente indegni di chiamarci paesi democratici (cioè, paesi che dovrebbero avere a cuore le sorti del popolo!).
E poi si continuano a mandare soldi, aiuti. E di questo, va detto con sincerità, qui tutti sono davvero grati, perché l’Occidente sa essere, è davvero molto generoso. Voi stessi che leggete, sì, tante volte avete aperto il cuore. Ma non è assurdo? Non sarebbe meglio creare lavoro, creare opportunità? Fermare le speculazioni che aumentano a dismisura i costi? Far ripartire la vita, e investire in progetti? Non serve aggiungere altro.

Vi chiediamo, con tutto il cuore, di smuovere questa situazione, anzi: di fermare il prima possibile l’applicazione delle sanzioni.
Questo, POTETE FARLO. Grazie.
Le sorelle trappiste 


IL TESTO DELL’APPELLO TEDESCO
 
PROPOSTA DI CAMPAGNA CONTRO LE SANZIONI ALLA SIRIA 

Basta con l’embargo, affinché il popolo siriano possa ritrovare la pace!
Da oltre 4 anni gli Usa conducono – per procura – una guerra sanguinosissima contro la Siria. Forniscono ai gruppi islamisti le armi più moderne, li fanno istruire dai propri consiglieri militari nei campi d’addestramento in Turchia e in Giordania. Il regime wahabita saudita e le altre monarchie del Golfo replicano il copione già sperimentato in Afghanistan negli anni ’70 e mettono a disposizione miliardi di dollari per reclutare e armare le truppe di Isis e Al Nusra.

La responsabilità del governo tedesco e dell’Unione Europea

L’Unione Europea e il governo tedesco partecipano a questa sporca guerra. Dal 2011 hanno decretato l’embargo contro la Siria. Lo scopo dichiarato di tale embargo era quello di paralizzare l’economia del paese e di spingere la popolazione a ribellarsi contro il governo. In combutta con Usa, Arabia Saudita e con le altre monarchie del Golfo, Europa e Germania hanno:
– congelato i conti siriani all’estero
– vietato le importazioni dalla Siria, in particolare quelle di petrolio grezzo come pure ogni tipo di transazione economica, in modo da impedire l’importazione dei beni indispensabili al popolo e all’economia del paese. Anche le rimesse degli emigranti sono bloccate!
– proibito le importazioni da parte della Siria di carburante, olio da riscaldamento, tecnologia e impianti per la raffinazione del petrolio e per la produzione di gas liquido necessario per la produzione di energia elettrica. Senza benzina e senza corrente elettrica, l’agricoltura, come anche l’industria alimentare, l’artigianato e l’industria sono di fatto paralizzate.
Il notiziario televisivo del 14 febbraio 2012 si chiedeva cinicamente: “Fino a quando potrà resistere l’economia di Assad?” per concludere trionfalmente: “L’economia siriana è a terra. L’inflazione galoppa. Il costo dei generi alimentari è raddoppiato, mentre scarseggiano diesel e merci d’importazione”.
Persino a Damasco manca la corrente per 3 ore al giorno, e in altre località per periodi ancora più lunghi. Oggi, a distanza di 3 anni, il prodotto nazionale lordo è diminuito del 60%, la percentuale è passata dal 15% al 58%. Il 64,7% dei siriani vive in uno stato di miseria estrema e non è più in grado di procurarsi gli alimenti di base. In questa situazione di degrado, che diffonde fanatismo e criminalità, Isis e Al Nusra trovano un fertile terreno per reclutare nuovi combattenti…

Affamare un popolo è un crimine

L’aver dichiarato l’embargo contro un paese come la Siria equivale a una dichiarazione di guerra particolarmente disumana. In Iraq negli anni 1990 l’embargo fece un milione di persone, fra le quali almeno 500mila bambini. L’embargo alla Siria funziona da moltiplicatore e alimenta la guerra fratricida: 220.000 morti, quasi un milione di feriti e mutilati, più di 10 milioni di profughi: non vi bastano ancora?
Chiediamo ai deputati e al governo di agire subito:
– l’embargo contro la Siria deve cessare a più presto in modo che l’economia del paese possa riprendersi e che ulteriori sofferenze vengano risparmiate alla popolazione
– siano elargiti al paese generosi aiuti economici per la ricostruzione
– siano immediatamente riprese le relazioni diplomatiche e si rispetti la sovranità del paese.
È giunto il momento per il governo tedesco e l’Unione Europea di assumere il ruolo di intermediazione in questo conflitto e di dare così un contributo al ristabilimento della pace in Siria e nella regione.

Fonte: L’AntiDiplomatico