FONDO PER IL LAVORO, 35 persone hanno trovato un’occupazione

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Dopo quasi un anno e mezzo dalla creazione del Fondo per il lavoro voluto dalla Diocesi di Rimini, è tempo di provare a farne un bilancio. L’analisi delle caratteristiche delle 318 persone che si sono candidate per il Fondo consente, inoltre, di scattare una fotografia delle situazioni di difficoltà della nostra provincia.

COS’È. Il Fondo per il lavoro nasce nel mese di ottobre 2013 come iniziativa della Diocesi di Rimini, con lo scopo di creare occasioni di occupazione a favore di persone disoccupate e/o inoccupate, che versano in condizione di grave disagio economico.
Il progetto vede la collaborazione di numerosi soggetti tra cui: Diocesi, Caritas Diocesana, Camera di Commercio, Centro per l’Impiego, Centro di Solidarietà della Compagnia delle Opere, Acli, Associazioni di categoria (in primis Cna), Istituti di Credito ecc. e opera grazie alla  determinante collaborazione delle Caritas Parrocchiali presenti nella Diocesi di Rimini.

PRIMA FASE. Nella prima fase del progetto si è mirato a realizzare la pubblicizzazione della iniziativa ed a creare una adeguata disponibilità economica col lancio di una raccolta fondi, che ha visti coinvolti la Caritas Diocesana e la Caritas Nazionale grazie all’interessamento della Diocesi (per 100.000 euro), le parrocchie, le associazioni di volontariato, le aziende, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, le banche ed i singoli cittadini.
La disponibilità di risorse economiche da parte del Fondo è un elemento imprescindibile per l’attività dello stesso, in considerazione del fatto che per raggiungere lo scopo di inserire al lavoro persone in situazione di grave disagio economico, il Fondo concede alle imprese che decidono di collaborare con esso, incentivi  pari al 30% del costo effettivo del lavoratore, per la durata massima di mesi 12 e con esborsi che possono anche raggiungere l’importo massimo di euro 8.000 per dipendente assunto.

SECONDA FASE. Successivamente è iniziata la fase di raccolta delle domande, attraverso i Centri di Ascolto Caritas delle parrocchie. Da qualche mese poi anche il Patronato Acli di Rimini si è attivato per operare come sportello di raccolta delle candidature al Fondo, dedicando un proprio dipendente a tale tipo di attività.

COME FUNZIONA. Tutte le domande raccolte vengono sottoposte alla valutazione del Comitato Tecnico, composto da 13 membri quasi tutti esterni rispetto al mondo Caritas (per avere la garanzia della massima imparzialità delle valutazioni), che  sono espressione del mondo delle professioni, delle realtà imprenditoriali ed associative del territorio, delle istituzioni, del volontariato e del mondo universitario. In sede di esame delle singole candidature il Comitato provvede ad assegnare un punteggio, che tiene conto della situazione economica del richiedente (peso massimo 65%) e delle esperienze lavorative e formative da lui maturate (peso massimo 35%), con la finalità di creare una graduatoria dei candidati da segnalare alle imprese.

RISULTATI RAGGIUNTI. Esaminiamo ora i risultati raggiunti alla data del 31 dicembre 2014 nei vari comparti di attività del Fondo:
Somme raccolte complessivamente: 327.000 euro
Somme erogate alle imprese a fronte dei contratti stipulati: 72.000 euro
Somme accantonate per impegni a scadere dopo il 31/12/2014: 75.000 euro
Inserimenti lavorativi realizzati presso le aziende convenzionate: 35
Imprese che hanno collaborato col Fondo aderendo alla convenzione: 23
Numero di candidature pervenute e valutate positivamente: 318

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COME SI è OPERATO. Per conseguire tali risultati sono state poste in essere varie attività di comunicazione/sensibilizzazione, col duplice scopo di comunicare alle persone in difficoltà economica la possibilità di presentare la domanda di candidatura e di segnalare alle imprese i vantaggi economici ottenibili collaborando col Fondo.
Per coinvolgere la società civile sono stati organizzati vari eventi con diverse realtà del territorio sotto forma di:
– incontri con cooperative sociali, consorzi, enti territoriali (Unione dei Comuni Valmarecchia, Provincia di Rimini), associazioni di categoria, ordine dei consulenti del lavoro, dei commercialisti,  imprenditori privati, visite presso aziende e  studi professionali ecc.;
– partecipazione alla trasmissione di una tv locale dedicata alla presentazione del Fondo e rilascio di varie interviste sulle attività svolte;
– pubblicazione di articoli sui quotidiani locali ed invio di numerosi comunicati a varie testate.
Per il coinvolgimento della comunità ecclesiale, sono state attivate diverse iniziative fra le quali:
–  incontri di presentazione del progetto alle Caritas parrocchiali della Diocesi di Rimini;
–  riunioni con movimenti ed associazioni cattoliche (Agesci, Azione Cattolica, Gruppo industriali cattolici);
–  partecipazione a iniziative organizzate dalle parrocchie, finalizzate alla diffusione della conoscenza del progetto;
–  incontri con associazioni di matrice cattolica operanti nel mondo del lavoro (Compagnia delle Opere, Centro di Solidarietà, Acli);
–  presentazione di relazioni sulla attività del fondo, in occasione di alcuni convegni/incontri organizzati dalla Diocesi.

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE CARATTERISTICHE DELLE PERSONE CHE HANNO PRESENTATO DOMANDA AL FONDO PER IL LAVORO

Il Fondo per il lavoro ha fatto emergere nuove situazioni di povertà, rispetto a quelle già conosciute dalla Caritas. L’opportunità di trovare un posto di lavoro è stata infatti per molti l’occasione per venire allo scoperto, tanto che il 73% di coloro che hanno fatto domanda al Fondo per il lavoro, non si era mai rivolto in precedenza a una struttura Caritas.
Per poter presentare domanda al Fondo per il lavoro è necessario essere residenti in uno dei comuni della Diocesi da almeno un anno e per attivare la richiesta occorre rivolgersi alla Caritas parrocchiale di residenza, o al Patronato Acli provinciale di Rimini.
Grazie alla collaborazione del Patronato Acli, sono state intercettate persone in difficoltà economica, che mai hanno avuto contatti in precedenza con le strutture Caritas.
Dall’analisi dei dati raccolti sui candidati al Fondo si evidenziano alcune difformità, rispetto ai tradizionali “utenti Caritas”.

CHI SONO LE PERSONE CHE HANNO PRESENTATO DOMANDA AL FONDO PER IL LAVORO?
Se fra gli “utenti Caritas” vi è una preponderanza di cittadini stranieri (anche se negli ultimi anni si è via via incrementata la percentuale degli italiani), tra i candidati al Fondo per il lavoro la maggioranza dei richiedenti è di origine italiana. Se fra i censiti presso la Caritas diocesana oltre il 40% è senza dimora, fra i richiedenti del Fondo per il lavoro oltre il 20% ha addirittura casa in proprietà.

ETÀ. Sono 318 le persone che hanno presentato domanda al Fondo per il Lavoro e la maggior parte di queste è stata inoltrata da uomini che hanno un’età compresa tra i 45 ed i 54 anni, mentre le donne hanno in prevalenza una età compresa nella fascia 35 /44 anni.
Valutando in base alla fascia di età le caratteristiche dei candidati al Fondo per il lavoro, si nota che il numero più corposo di richieste è pervenuto da persone inserite nel gruppo 45/54 anni (36,5%), mentre è molto più esiguo il numero dei giovani (dai 15 ai 34 anni rappresentano meno del 20% del totale).

PROVENIENZA. Il 67,3% dei candidati al Fondo sono italiani (148 uomini e 66 donne) e di questi solo 79 sono originari della provincia. Il 74% degli italiani è inserito in un nucleo familiare.
Complessivamente gli stranieri richiedenti lavoro sono 104, provenienti da 25 nazioni diverse ed uno è apolide.
Fra gli stranieri globalmente considerati le nazionalità prevalenti sono quella marocchina, albanese, rumena e tunisina. Se tra gli  uomini vi è una maggioranza di cittadini marocchini, albanesi e tunisini, fra le donne invece le nazionalità prevalenti sono quella ucraina e rumena.
L’86% degli stranieri è inserito in un gruppo familiare.

ISTRUZIONE. Dai dati relativi all’istruzione emerge che coloro che hanno un titolo di studio professionale (37,4%), non riescono a trovare un lavoro al pari di coloro che possiedono un diploma di semplice licenza media (36,5%). Questo fenomeno trova conferma nel fatto che a seguito della chiusura causa crisi di molte aziende, anche lavoratori qualificati che prima riuscivano a reinserirsi con una certa facilità, ora si trovano privi di sbocchi lavorativi.

SITUAZIONE ABITATIVA. Il 23,6% di coloro che hanno fatto domanda possiede una casa in proprietà, ma molti di questi si trovano a dovere sostenere il pagamento delle rate di un mutuo (il che si somma alla mancanza di una fonte di reddito e va a rendere ancora più complicata la situazione economica della famiglia). Su 75 famiglie proprietarie di casa 5 sono straniere (si tratta di famiglie in Italia già da molti anni, che avevano progettato di stabilirsi in via definitiva nelle nostre zone).
Il 42% abita in case prese in affitto da privato e il 16% da ente pubblico. Per alcuni affittuari vi era la presenza di situazioni che evidenziano problemi di arretrato, anche grave, nel pagamento delle pigioni.
Tra coloro che hanno fatto domanda al Fondo ci sono 43 persone che vivono come ospiti presso amici o in immobili concessi con contratti di comodato. Entrambe le soluzioni sopra indicate hanno l’evidente carattere della provvisorietà, dovute alla mancanza di un reddito che consenta di stabilizzare la condizione abitativa in modo più adeguato.
Tra i richiedenti ci sono anche tre persone che dormono in automobile, due sono coniugati e un altro è un signore che presenta condizione di invalidità. C’è poi il caso di una persona che è rimasta completamente priva di dimora, trattasi di un uomo separato che ha dovuto lasciare l’immobile alla ex-moglie pure se presenta gravi problemi di salute.

STATO CIVILE. Per quanto attiene lo stato civile, si rileva che 155 candidati al Fondo per il Lavoro sono coniugati ( 49%) e di questi 115 sono uomini e 40 sono donne.
Tra i coniugati: 137 vivono in famiglia e in 100 casi hanno a carico anche figli conviventi.  Altri  11 invece non convivono con il coniuge.
Tra i non coniugati  21 convivono con il partner (in 16 casi hanno figli conviventi), mentre 45 vivono in famiglia.

SITUAZIONE FAMILIARE. Le situazioni familiari di coloro che hanno fatto domanda al Fondo per il lavoro sono molto variegate e articolate:
138 famiglie sono prive di qualsiasi reddito e 82 sono famiglie monoreddito;
147 famiglie hanno minori a carico;
32 hanno figli disoccupati a carico;
36 convivono con anziani bisognosi di cure;
35 sono famiglie numerose con 3 o più figli;
13 sono padri separati che devono corrispondere l’assegno di mantenimento alla propria famiglia;
in 37 famiglie sono presenti disabili (fisici o psichici);
in 2 famiglie uno dei familiari è in carcerato ed in altre 2 famiglie si rileva la presenza di persone che soffrono problemi di dipendenza.

ESPERIENZE PROFESSIONALI. In considerazione della vocazione turistica della nostra zona, è bene rilevare che l’apporto dato dal settore turistico-alberghiero al Fondo, in termini di opportunità lavorative, è molto modesto (tre sole assunzioni). Infatti per tali attività normalmente vengono stipulati contratti a tempo determinato della durata massima di 3/4 mesi, mentre, per potere essere ammessi alle agevolazioni previste dal Fondo, viene richiesta una durata del contratto non inferiore ai sei mesi.
Piace invece rilevare la pronta risposta, in termini di offerte di posti di lavoro, che è pervenuta dal settore delle cooperative sociali operanti nel settore dei servizi, che hanno dato la possibilità di collocare un consistente numero di lavoratori.

INSERIMENTI LAVORATIVI EFFETTUATI DAL FONDO PER IL LAVORO.
Grazie al Fondo per il lavoro hanno trovato una occupazione 35 persone in difficile situazione economica.
Entrando nello specifico si tratta di 16 donne e 19 uomini, per la maggior parte con età compresa tra i 35 e i 44 anni, per il 60% sono italiani e per il 40% stranieri ed il 46% ha un diploma di licenza media.
In 25 casi si tratta di persone che appartengono a nuclei familiari con presenza di figli. 16 di questi hanno un solo figlio minore e 9 hanno dai 2 ai 4 figli a carico. Le rimanenti 10 persone vivono sole a seguito di separazione e/o divorzio, oppure per mancanza di rete familiare e amicale.

Sulle 35 persone avviate al lavoro in 3 non hanno superato il periodo di prova.
Ad oggi 24 persone fra quelle assunte hanno avuto un contratto a tempo determinato della durata di sei mesi e alcune di queste alla scadenza del primo contratto, hanno avuto la possibilità di ottenerne il rinnovo (4 casi).
7 sono le persone  assunte con contratto di tirocinio approvato dal Centro per l’Impiego e per 3 di queste, alla scadenza dei tre mesi di tirocinio, si è avuto l’assunzione con contratto a tempo determinato.
1 ragazza poi è stata assunta con contratto di apprendistato con durata di cinque anni.
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CARATTERISTICHE DELLE AZIENDE CHE HANNO EFFETTUATO LE ASSUNZIONI CON LE AGEVOLAZIONI DEL FONDO:
– 7 cooperative sociali di tipo “a” o di tipo “b”. Dalle cooperative di tipo “a” sono state assunte persone con qualifiche di OSS e con qualifiche socio assistenziali non qualificate. Dalle cooperative di tipo “b” addetti alla raccolta dei rifiuti indifferenziati, operai generici, addetti alla raccolta ed al lavaggio delle verdure. Complessivamente le cooperative hanno stipulato 14 contratti di lavoro per altrettanti lavoratori.
– 3 strutture alberghiere e di ristorazione con apertura annuale, hanno assunto personale con qualifica di cameriere ai piani, tuttofare e cameriere di sala.
– 9 aziende artigiane del territorio che operano nel settore metalmeccanico (riparazione e manutenzione e lavorazioni lamiere e riparazioni meccaniche); nel confezionamento e vendita di prodotti di utensileria, minuteria e ferramenta, nella produzione e commercializzazione di prodotti alimentari e nella produzione di scale d’arredamento, cancelli e soppalchi e coperture coibentate.  Il personale è stato assunto per mansioni quali: operaio generico-specializzato, magazziniere e aiuto cuoco.
– 3 attività commerciali: 2 pizzerie ed un negozio di abbigliamento;
– 2 studi commerciali che hanno assunto dipendenti con qualifica di segreteria;
– 1 parrucchiere cha ha assunto un’apprendista.