GIOVANI E LAVORO, LA SPERANZA OLTRE LA CRISI, convegno a Novafeltria il 22 maggio

“Giovani e lavoro, la speranza oltre la crisi” è il titolo del convegno in programma venerdì 22 maggio 2015 alle ore 21 a Novafeltria, nel teatro parrocchiale Montefeltro.
Dopo il salute del vescovo Andrea Turazzi, prenderanno la parola Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Marco Tura, segretario generale Confederazione Democratica Lavoratori Sammarinesi, Luca Tonelli, Centro studi Politiche del lavoro e Società locale della Provincia di Rimini. Saranno quindi presentate le esperienze del Progetto Policoro delle Acli Rimini-Montefeltro.

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Il dibattito prenderà il via dalla ricerca sui giovani promossa lo scorso anni dall’Istituto Giuseppe Toniolo, con il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, pubblicata nel volume “La condizione giovanile in Italia – Rapporto giovani 2014” (ed. Il Mulino).
«L’universo delle nuove generazioni è certamente molto più articolato e ricco rispetto al loro tormentato rapporto con il lavoro e al benessere economico. Il ritratto multidimensionale e pieno di sfaccettature fornito nei diversi capitoli del volume lo conferma – spiega il professor Rosina –. È, però, anche vero che in questo frangente storico le preoccupazioni maggiori, con ripercussioni anche negli altri ambiti di vita, derivano dal non trovarsi con solide basi su cui costruire le fondamenta del proprio futuro. Le società moderne avanzate sono caratterizzate da un notevole aumento della rapidità del cambiamento e da un elevato grado di complessità e specializzazione. Per le nuove generazioni è quindi sempre più importante partire da una solida formazione e poter contare su strumenti adeguati per fare le scelte giuste nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. L’Italia risulta essere, purtroppo, uno dei Paesi avanzati in cui i giovani si trovano meno attrezzati a vincere le sfide e a cogliere le opportunità di questo secolo. Negli ultimi anni il quadro è ulteriormente peggiorato a causa della prolungata congiuntura economica negativa, in combinazione con la cronica carenza di misure a sostegno dell’autonomia e di promozione dell’intraprendenza nella società e nel mercato del lavoro».

I dati del Rapporto Giovani, continua Rosina, «aiutano ad andare oltre gli indicatori ufficiali e rivelano come nelle nuove generazioni rimanga complessivamente alta la volontà di non rassegnarsi, ma come crescente sia anche la frustrazione per il sottoutilizzo delle proprie potenzialità. Da una parte ci sono coloro che di fronte a un mercato del lavoro bloccato, a meccanismi di ricambio generazionale inceppati, a una società immobile, reagiscono formandosi ancor meglio, sfruttando le opportunità della rete, producendo innovazione tecnologica e sociale. Al lato opposto ci sono quelli che si sono arresi e scivolano progressivamente verso i margini. Quelli che oltre alla fiducia nelle istituzioni e nella società stanno perdendo la fiducia in se stessi e nel proprio futuro. La linea di demarcazione tra chi sta dentro o fuori a questo gruppo è data soprattutto dal grado di sostegno, prima di tutto umano ed emotivo, fornito dal cerchio magico dei rapporti familiari e amicali più stretti. Quando anche questo viene a mancare la caduta rischia di essere senza rete e produrre enormi e duraturi costi sociali».

Di fronte a questa situazione, conclude il professor Rosina, è necessario comprendere «quanto sia importante assumere lo sguardo dei giovani stessi e cercare di vedere la realtà in trasformazione con i loro occhi per capire le sfide che si trovano davanti e per dotarli di strumenti efficaci per vincerle offrendo il meglio di sé. Tutto questo nella convinzione che nessun altro può vincerle per loro e nessun giovane può farcela se abbandonato a se stesso».