Circolo Acli e parrocchia di San Giuliano Borgo hanno promosso e realizzato un libro, “Il Borgo all’ombra del campanile. Vita di Parrocchia al Borgo San Giuliano di Rimini”, curato da Liana Berti Baldinini, Renato Berti e Giuliano Ghirardelli.
Un volume ricco di belle fotografie, con testi meravigliosi. Un brano dopo l’altro, sembra di essere presi per mano e accompagnati a conoscere delle persone e un ambiente vissuti da lontano, molto superficialmente.
Si ritrova il fascino che si prova quando si partecipa alla festa del Borgo, sembra di scoprire l’anima del quartiere e di incontrare da vicino i suoi abitanti.
Mi ha colpito la ricchezza di umanità che c’è in tutti i personaggi che compaiono nelle storie raccontate. Dietro l’apparente semplicità emergono saggezza, valori, capacità di affrontare la vita, ma con qualcosa di più: il gusto di vivere, il modo positivo di affrontare le difficoltà, il piacere di ridere assieme, un senso diffuso di serenità.
C’è la capacità di gustarsi la vita per quello che è, semplicemente nello svolgersi quotidiano delle amicizie e degli affetti.
Alcuni pezzi sono veramente pennellate di “amarcord”, e ci si ritrova dentro il film di Fellini… come nell’episodio delle campane suonate alle tre di notte, con la neve, dal sacrestano che si sveglia all’improvviso e le donne che corrono in chiesa.
Le persone che compaiono in questi brani si presentano come sono, non sentono il bisogno di abbellire la propria immagine; la vita è raccontata con grande candore. Si coglie la tranquillità che, persone eccezionali o normali, hanno di essere accettate per quello che sono; in questo ambiente c’è un posto per ognuno.
Tutte le figure sono autentiche e proprio perché autentiche eccezionali e i racconti diventano così immediati e spontanei che a leggerli danno la stessa sensazione di freschezza dell’acqua quando si è accaldati.
Mi è sembrato che per entrare veramente nel libro si debba vedere il rapporto costante tra le vicende individuali e la vita complessiva del borgo. Molte delle belle storie raccontate non ci sarebbero state se non ci fosse questo contesto che le ha rese possibili e ha dato loro significato. Le persone danno il meglio di sé all’interno di una ambientazione corale che raccoglie e unisce tanti gruppi, famiglie, attività ed esercizi commerciali.
È intenso il modo con cui sono raccontati e si raccontano i sacerdoti che sono passati di qui e hanno speso parte della loro vita per questa comunità; si sente come l’hanno amata e sono stati amati.
Un’ultima considerazione. In questa fase di crisi vengono pubblicati studi, soprattutto di economisti, che mettono in evidenza il valore del capitale sociale, cioè della qualità dei rapporti sociali, delle relazioni fra le persone, della fiducia reciproca e della coesione. Il capitale sociale ha la capacità di influenzare l’economia e l’amministrazione e in ultima analisi il benessere di un territorio.
È dimostrato che le persone veramente in difficoltà, quelle che rischiano più di altri la povertà sono le persone sole, mentre coloro che si trovano all’interno di reti famigliari, di vicinato, sociali, sono avvantaggiate e hanno maggiori opportunità di riscatto. I rapporti con gli altri, con la comunità, sono importanti quanto il denaro e le risorse economiche.
Purtroppo scopriamo questi valori in un periodo contraddistinto da una forte tendenza a isolarsi, a chiudersi, con un televisore o con un computer.
Allora è qui, in questo senso di comunità, il tesoro che nel Borgo San Giuliano è stato scoperto da tempo ed è bello che lo si voglia mantenere vivo. Vedo questo libro non solo e non tanto come un esercizio della memoria, un libro di ricordi ma come un libro di vita perché ci trasmette un messaggio fondamentale che è sempre valido: lo è stato in passato e sicuramente lo sarà in futuro. Queste persone, con semplicità ma con profondità ci indicano che la prospettiva è nella solidarietà, nella fraternità e nella condivisione e ci danno quindi una visione di grande speranza.
Mauro Guidoni