L’acqua è un bene prezioso, del quale spesso ci si dimentica l’importanza. Per approfondire e proporre iniziative di salvaguardia di questa fondamentale risorsa del pianeta, a Rimini nel 2021 è stato attivato il progetto “Ciclo dell’acqua, uso e riuso” (Dgr 1826/2020), che ha promosso numerose iniziative per adulti e bambini, finanziate con fondi del Ministero del Lavoro e della Politiche sociali, Regione Emilia-Romagna, Amir.
A conclusione, giovedì 4 maggio, ore 17, al Palazzo del Turismo di Rimini (piazzale Fellini, 3) è organizzato l’incontro pubblico “Il ciclo dell’acqua tra uso e riuso: una soluzione da mettere a sistema. Dove il riuso è già un fatto”.
Sono previsti gli interventi di:
Riccardo Santolini, docente di Ecologia presso l’Università di Urbino
Marco Gennari, referente associazioni ambientaliste
Ivan Innocenti, referente associazioni ambientaliste
Anacleto Rizzo, socio Iridra srl, dottore di ricerca ed esperto in Nature bases solutions
Lorenzo Falcioni, vice-presidente Cia Romagna
Flavio Poli, responsabile dell’impianto Iren di Mancasale (Reggio Emilia)
Domenico Turazza, direttore del Consorzio di bonifica Emilia Centrale
È stato invitato il Consorzio di bonifica della Romagna per un aggiornamento sul suo progetto in sponda destra del fiume Marecchia.
Spiega Giancarlo Tocci (L’Umana Dimora di Rimini e dell’Adriatico), moderatore del convegno: «In questo incontro privilegiamo lo spirito divulgativo del progetto, presentando alla cittadinanza la specificità del nostro territorio, che ci siamo resi conto essere poco conosciuta, il tema di approvvigionamento idrico, ma soprattutto esempi virtuosi di riuso delle acque reflue depurate. Per dire che tutto questo è possibile, anzi necessario. Il depuratore va considerato come una fonte di approvvigionamento idrico».
L’intero progetto “Ciclo dell’acqua, uso e riuso” si caratterizza per i suoi scopi pratici, specifici per il territorio riminese.
«Partendo dalla constatazione che l’acqua per scopi umani, agricoli e industriali, oltre che come fattore di vita per l’ambiente, è un bene sempre più scarso – spiegano le associazioni partecipanti – il progetto propone l’implementazione di politiche e soluzioni per la restituzione in ambiente delle acque reflue depurate (quelle provenienti dal depuratore di Santa Giustina, per intenderci), a partire dal punto più a monte possibile. Da Ponte Verucchio potrebbero essere raggiunti gli scopi relativi il riuso a scopi irrigui e industriali (tramite i canali consortili e i laghi delle cave), la ricarica delle falde, limitando così l’emungimento di acque dal sottosuolo, evitando l’ingressione salina e la subsidenza della fascia costiera».
I promotori del progetto fanno notare che «la politica del riuso era già prevista al momento della realizzazione del Depuratore di Santa Giustina ma, al momento, tale politica è ancora disattesa. Si tratta di una necessità dettata delle presenti condizioni di costante riduzione delle precipitazioni e conseguente scarsità di acqua e sarà un investimento nel futuro».
Ancora: «Non è semplicemente una soluzione tecnica: è soprattutto una visione in un’ottica di circolarità della risorsa-acqua. La semplice immissione delle acque depurate di Santa Giustina nel fiume Marecchia a pochi km dalla foce si configura come uno spreco di una preziosa risorsa».
Al progetto hanno partecipato numerose associazioni del territorio (in ordine alfabetico): Acli provinciali di Rimini, Anpana, Dna Rimini, Fondazione Cetacea, Cammini di Francesco, Italia Nostra Rimini, Legambiente Valmarecchia, L’Umana Dimora, Marinando, Fiab Rimini, Piano Strategico Rimini Venture, Rimini Smoke Box, Volontari Soccorso in mare, Wwf Rimini.