Con il titolo “Il coraggio della pace” il 9 e 10 maggio il Consiglio nazionale ha convocato il percorso del XXVII Congresso. L’appuntamento nazionale è dal 29 novembre al 1° dicembre a Roma. I Congressi provinciali entro il 27 ottobre e i regionali entro il 17 novembre.
A Rimini il Congresso provinciale è stato fissato per sabato 28 settembre. Nelle prossime newsletter forniremo ulteriori informazioni.
La traccia congressuale si compone di vari punti, per animare una discussione comune.
1. SCENARI – Espansione versus Contrazione: contesti vecchi e nuovi all’orizzonte
2. DA DOVE PARTIAMO: LE SCELTE PRIORITARIE FATTE, ALLE QUALI DARE CONTINUITÀ:
– La riscoperta dell’essere Movimento
– La centralità della vita associativa e democratica
– Ridirsi uno stile Acli attingendo al percorso sinodale
– La leva della formazione e del pensiero
– La tenuta e lo sviluppo dei servizi
3. SFIDA PRINCIPALE: IL CORAGGIO DELLA PACE
4. ALCUNE PRIORITÀ (OLTRE A QUELLE DALLE QUALI PARTIAMO):
– Organizzare la gente contro l’esplosione delle diseguaglianze, nuova questione morale trasversale a tante cause (democrazia, lavoro, welfare, famiglia, ambiente…)
– La radicalità del Vangelo per un nuovo impegno sociale e politico
– Acli europee: darsi una dimensione, reti e alleanze europee
– Rideclinare e rilanciare la nostra presenza nelle comunità, specie le periferie e le aree interne
– Il lavoro nelle Acli come lavoro sociale e associativo nelle comunità: opportunità e vincoli
– Con altre associazioni, rilanciare la nostra presenza nelle parrocchie, come chiesa tra la gente.
La traccia congressuale evidenzia alcuni scenari e alcune priorità perseguite in questi anni per poi soffermarsi sulla sfida di fondo del coraggio della pace e su alcune nuove priorità.
Gli scenari: siamo dentro un cambiamento d’epoca nel quale molte conquiste civili e sociali e la stessa democrazia paiono indebolirsi schiacciate dall’esplosione delle diseguaglianze e dall’espandersi della guerra globale a pezzi. Il mix esplosivo di ignoranza sulle nuove evoluzioni della tecnica e della scienza (Intelligenza Artificiale in primis) e concentrazione di potere di chi li controlla mette in discussione lo stesso statuto dell’essere cittadini e la democrazia. Occorre svolgere un’opera di alfabetizzazione, restituire alle persone e alle comunità le chiavi del proprio destino e volgere i mutamenti in corso in senso democratico.
Ecco allora che le priorità perseguite in questi anni (da sviluppare ulteriormente), hanno visto l’associazione rinverdire il proprio essere movimento educativo e sociale della società civile, insieme ad altre associazioni, ecclesiali e non. Valorizzando la mole di dati ed esperienze dei servizi e delle proprie attività associative si sono moltiplicate le occasioni per mobilitarsi e fare proposte sulla pace, il lavoro, il welfare, le politiche familiari, il Terzo settore, le disparità e le discriminazioni di genere e nei confronti dei migranti, la questione giovanile, la difesa della Costituzione (La via maestra), contro il premierato e lo smembramento del Paese in tanti staterelli (autonomia differenziata).
Consistente è l’elaborazione di pensiero (in particolare con gli incontri nazionali di studi) e la formazione, sia sui temi sia sul gusto di fare le Acli. Ne è emersa la ricerca di uno stile aclista che si rifà al metodo sinodale del riconoscere, interpretare, scegliere. Si è messa al centro la vita associativa con più azioni di supporto ai circoli e al sistema associativo (provato dalla pandemia e da nuovi adempimenti): tra le quali la piattaforma e l’assistenza di Proximo, l’ottenimento dei ristori, la ripresa del tesseramento, l’animazione di comunità e il sito Azione sociale, l’impegno per valorizzare le associazioni specifiche, la diffusione di nuove progettualità, il registro dei volontari (ad oggi 13.000 non occasionali) e il percorso con la cooperazione sociale.
A fianco di ciò è cresciuta la collaborazione interna al nostro sistema e in particolare tra i diversi servizi, Patronato, Caf ed Enaip, che oggi vivono una fase di consolidamento e sviluppo, evidenziato anche dalla realizzazione di nuove strutture per i servizi al lavoro e la formazione nel centro-sud del Paese.
La sfida principale cui dar voce in questo momento è la Pace, ripudio della guerra e richiesta che la comunità internazionale e l’Europa si facciano forza di pace per bloccare i conflitti in corso e aprire percorsi verso una pace giusta e sicura; la pace come nostro impegno culturale e politico per essere servizio e segno di speranza, partendo dall’incontro con e tra le persone, in circoli, servizi, progetti, nella preghiera e nell’ecumenismo; la pace come scelta per rilanciare a fianco di Ipsia il nostro impegno con i migranti, per scegliere l’ecologia integrale e affrontare insieme crisi ambientale e crisi sociale.