Prima di spiegare cosa siamo, vorrei per una volta elencare cosa non siamo..
NON SIAMO IL SINDACATO, NON SIAMO IL CAF, NON SIAMO UN ENTE PUBBLICO.
Perché si rende necessario definirci per “differenza”? Perché quotidianamente nel nostro lavoro veniamo confusi con enti diversi e questo fraintendimento può portare a credere che a nostro favore vi siano risorse delle quali non possiamo disporre: non possiamo attingere dal tesseramento, non possiamo vendere i nostri servizi (eccezion fatta per alcuni specifici segmenti ammessi dalla legge), la nostra sopravvivenza non è garantita dal denaro pubblico, a prescindere.
Siamo un ente di diritto privato che, come riconosce la legge, svolge un servizio di pubblica utilità. Gratuitamente e senza scopo di lucro.
La tutela garantita dal Patronato, che opera sotto la stretta vigilanza del Ministero del Lavoro, è un diritto di tutti i cittadini sancito dalla Costituzione italiana. Pertanto, il Patronato riceve sì un finanziamento pubblico, ma alimentato con l’accantonamento di una quota dei contributi previdenziali obbligatori che vengono versati da ogni lavoratore presso gli enti previdenziali ed assicurativi. Queste risorse, in virtù di una legge dello Stato che disciplina il funzionamento dei Patronati, tornano ai cittadini attraverso i servizi offerti loro gratuitamente; servizi in materia di previdenza ed assistenza che non sarebbero altrimenti garantiti e che in maniera sempre più spinta la Pubblica Amministrazione sta “esternalizzando”, procedendo alla chiusura di sportelli al pubblico ed imponendo ai cittadini l’obbligo di presentazione telematica delle varie istanze.
La consulenza gratuita ai cittadini spazia su una serie di materie, quali: prestazioni previdenziali (pensioni da lavoro, inabilità, invalidità, reversibilità); indennità di disoccupazione; permessi e congedi a tutela della maternità e paternità; permessi e congedi per l’assistenza ai disabili; immigrazione (concessione di permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari e richieste di cittadinanza); malattie professionali e infortuni; prestazioni assistenziali, cioè assegni sociali e prestazioni a favore di invalidi civili, per citare le più conosciute.
Una petizione che ha visto il coinvolgimento di 1.182.413 cittadini, meno di un anno fa, ha detto “No ai tagli al fondo dei Patronati”, chiedendo al Governo e al Parlamento di non tagliare i servizi gratuiti per la tutela dei propri diritti.
Questo purtroppo non è servito a scongiurare, ma solo a ridurre l’entità di tali tagli.
Ai 35 milioni di tagli strutturali stabiliti lo scorso anno, il Governo intende aggiungerne ulteriori. In questi giorni la Camera dei Deputati è chiamata a esaminare la legge di stabilità, che prevede un taglio di 28 milioni di euro al Fondo Patronati e riduce sia l’aliquota contributiva che lo alimenta, sia l’acconto sull’attività già realizzata. Si tratta di una misura che, se approvata, metterebbe in ginocchio l’esistenza dei Patronati che scontano già il taglio strutturale di 35 milioni dello scorso anno, arrivando a registrare, dal 2015 in poi, un totale annuo di riduzione di risorse di 63 milioni di euro.
Il provvedimento, allo stato attuale, comporterebbe la chiusura di molti sportelli e i cittadini sarebbero quindi lasciati in balia del mercato privato dei consulenti, con l’aggravante di dover pagare per ottenere prestazioni previdenziali e socio-assistenziali cui hanno diritto.
Per questa ragione, i patronati aderenti al Ce.pa (Acli, Inas, Inca, Ital) hanno chiesto alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, un incontro urgente da svolgersi prima che la manovra finanziaria sia licenziata dal Parlamento, con la richiesta di fare le dovute pressioni affinché sia cancellata la norma sui tagli ai patronati, unica alternativa per consentire a questi istituti di poter continuare la loro attività di tutela gratuita nei confronti dei cittadini, soprattutto i più bisognosi.
Per salvaguardare l’accesso gratuito dei cittadini alla tutela previdenziale e socio assistenziale Acli, Inca, Inas e Ital hanno unitariamente predisposto la Campagna di comunicazione: “ A sostegno dei Patronati #iocimettolafaccia#xidiritti”.
L’iniziativa, veicolata attraverso il web e i social network, invita i cittadini (utenti, amici, operatori)a dichiarare il proprio sostegno a favore dei patronati con un selfie che dovrà essere condiviso sui canali ufficiali della campagna (sito internet: www.tituteliamo.it).
Grazia Ronchi – Direttore Patronato Acli
Dic 11 2015