La Mostra verrà inaugurata da PATRIZIO BIANCHI Assessore Regionale alla Scuola, Formazione, Lavoro e da MERIS SOLDATI Assessore Provinciale alla Scuola, Formazione, Lavoro di Rimini. Presenzierà all’inaugurazione MONS. MARIANO De NICOLÓ Vescovo Emerito di Rimini.
La Mostra rimarrà aperta dal 22 novembre al 2 dicembre con i seguenti orari: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 tutti i giorni domenica compresa. INGRESSO LIBERO.
*Nel marzo del 1952 l’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Antonio Segni, intervenendo a Firenze al Convegno Nazionale delle Scuole e degli Istituti d’Arte così si esprimeva: La civiltà di un popolo e di un paese si misura dal suo modo di esprimersi; e le grandi opere d’arte, quelle che giganteggiano nello spazio e perdurano oltre il consumarsi dei secoli, non nascono mai dal nulla: dietro a ciascuna di esse sta una educazione, una formazione umana che si applica alla fattura degli oggetti più semplici e anonimi […] nei quali vediamo applicata e come riflessa quella visione della vita e del mondo, circolante in tutte le disposizioni dell’umano operare, che nelle creazioni dell’artista si espande libera e schietta. Dietro le parole, sia pure datate, di colui che sarebbe di lì a poco diventato Presidente della repubblica italiana si coglie lo spirito e l’intenzione che anima la Mostra di Ceramica curata dalla Fondazione ENAIP S. Zavatta; cioè a dire quell’essere parte di uno spirito che, sia pure al di fuori del grande dibattito artistico, ne riflette i sentori. Nata alla fine dell’Ottocento, sullo scorcio della prima rivoluzione industriale italiana, l’istruzione artistico-professionale subisce, a seguito della Riforma Gentile, un progressivo declassamento. Prima la distinzione di Benedetto Croce fra ciò che è «poesia» e «non-poesia» ( e dunque arte e non arte)e successivamente il declassamento dell’istruzione professionale a scapito degli studi classici e umanistici contribuiscono a relegare in secondo piano esperienze come quelle di impronta artistica e artigianale, come purtroppo succede ancor oggi. Non occorre scomodare quanti hanno riflettuto sulla funzione sociale dell’arte per richiamare come esperienze di questo tipo, non vanno tanto collocate in un ambito puramente artistico, ma nel solco di una tradizione artigianale che in tempi non lontani dalla crisi attuale ha fatto la fortuna, anche economica, del nostro paese. E, proprio di fronte ai manufatti presenti in mostra, una riflessione si impone a fronte di quel sommovimento che agita la nostra realtà produttiva rischiando di sovvertirla: cioè a dire quanto – in tempi di crisi – sia rischioso perdere per sempre l’intelligenza di una preziosa e irrinunciabile manualità. Le opere esposte nella mostra sono state realizzate dagli artisti della nostra Provincia e da chi ha messo nella ceramica anche una ricerca di riscatto alla sua situazione di marginalità. Le une e le altre vogliono valorizzare simbolicamente, attraverso la realizzazione di un progetto, l’intelligenza del lavoro manuale. La 51° mostra, come del resto tutte quelle precedenti, vuole anche essere un’offerta di incontro, incontro fra chi già conosce questa esperienza e chi non la conosce, incontro tra visitatori che partendo dall’opera arrivano a valorizzare il suo autore.
Stefano Pivato *