Lettera aperta del Presidente dell’Enaip Ubaldo Rinaldi in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2012/13

  LA FORMAZIONE PROFESSIONALE
Come sempre una risposta alle esigenze dei giovani

 

In questo periodo di crisi economica, di disoccupazione, di perdita di futuro, molti uomini politici , molti intellettuali e qualche ministro hanno riscoperto, come possibile soluzione per tentare di uscire dal tunnel, la leva della Formazione. Il termine Formazione contiene aspetti filosofici, storici, culturali e didattici che toccano tutti i tasti dell’educare e dell’educarci. Io mi soffermerò solo su alcune considerazioni legate alla Formazione Professionale, alle sue opportunità  ricordando che, chi fa il mestiere di formatore, non si limita ad addestrare, ma, lavorando sul binomio educazione-istruzione, cerca di far raggiungere ai propri allievi la professionalità necessaria per un dignitoso inserimento nel mondo del lavoro. Dicevo che oggi molti invocano la formazione come risposta alla crisi complessiva in cui ristagna il nostro paese e sicuramente questo è corretto, ma nella realtà chi oggi può decidere  cosa fa concretamente perché questa strategia diventi concreta? Oggi in Italia chi prepara tecnici e operatori qualificati nei diversi settori produttivi? Credo che solo la Formazione Professionale possa positivamente svolgere questo compito, ma, per poterlo fare, oltre alle risorse economiche , è necessario un cambio di mentalità, di cultura che sappia orientare con scienza e coscienza i nostri giovani: tutto questo avverrà quando tutti i lavori avranno la stessa dignità. Questa nostra cultura   ritiene  ancora , e quindi fa credere ai giovani, che il lavoro manuale sia qualcosa di residuale, riservato a chi non ha capacità intellettuali, questo è il frutto di una mentalità che impedisce di riconoscere e valorizzare le attitudini e le capacità che ogni giovane ha in sé e preclude al nostro sistema produttivo la formazione di professionalità indispensabili per lo sviluppo di un Paese. Si sancisce così la rottura del rapporto tra formazione professionale e sistema produttivo. La crisi economica può rappresentare l’occasione per un ripensamento, per un cambio di mentalità  e, forse, per una rivincita di quella che viene considerata la cenerentola del percorso formativo. Forse non tutti sanno che normative nazionali e regionali prevedono l’attivazione di  corsi di for­mazione professionale a favore dei cittadini, che intendono immettersi nel mondo del lavoro. Pochi sanno che una delle ca­tegorie privilegiate da questi finanziamenti sono i giovani, che devono assolvere l’obbligo formativo e che  in­tendono immettersi nel tessuto produttivo. Anche chi è a cono­scenza di questa opportunità negli ultimi anni non prende seriamente in considerazione questa alternativa alla scuola media superiore. I motivi di ordine sociologico, culturale, economico sono tanti e non è nostra intenzione analizzarli. Con umiltà e consapevolezza vorremmo solo riflettere   sul senso e sul significato che può avere oggi la formazione professionale  per il giovane adolescente, che non trova la sua strada per il futuro. Gli interventi formativi, che l’Enaip orga­nizza, sono rivolti ad un’utenza differenziata, anche se la matri­ce culturale, che li sostiene, pri­vilegia i giovani che vogliono immettersi nel tessuto produtti­vo. Per questi giovani, per dare risposte ai loro problemi non solo occupazionali, spesso esi­stenziali, l’EnAIP da oltre un quinquennio è alla ricerca di nuovi strumenti didattici e tec­nologici, capaci di rispondere ai bisogni dei giovani e conte­stualmente alle necessità sem­pre in evoluzione del mondo produttivo. La Fondazione EnAIP S. Zavatta ha “smontato” nel corso degli anni il proprio modello metodologico, non ritenendolo più valido peda­gogicamente e capace di age­volare gli apprendimenti dei propri allievi, e ha ricostruito, at­traverso un lavoro didattico, che ha coinvolto tutti i suoi operato­ri, un nuovo modello metodolo­gico capace di personalizzare gli interventi sui tempi e predi­sposizioni personali degli allie­vi.

Con quanto detto non vorremmo dare l’im­pressione che siamo contrari all’opportunità che tutti i giova­ni proseguano l’iter degli studi superiori: magari avvenisse questo! La nostra preoccupa­zione è un’altra, purtroppo supportata dalle statistiche: diversi iscritti dei primi anni degli istituti superiori non con­seguono il titolo di studio. Che fine fanno questi giovani? Verso quale dis­agio sociale stanno correndo? Domande che ci poniamo e a cui razionalmente diamo l’unica ri­sposta logica, anche se  spereremmo di sbagliare. La formazione professionale non è un’isola felice,  può essere però un’op­portunità concreta per inserirsi dignitosamente nel mondo del lavoro e, contestualmente, far crescere lo spessore culturale de­gli allievi. Il nostro essere “senza scopi di lucro” ci dispone a co­gliere i bisogni e i problemi  del­l’allievo.  Ci di­chiariamo al di sopra delle parti, perché perseguiamo   con una no­stra strategia didattica-pedago­gica  lo sviluppo  della persona nell’intreccio con il bene comune.  La cultura della globalità e della solidarietà ci induce a elaborare una filosofia di vita capace di rispondere ai molteplici bisogni della persona.  In sostanza ri­teniamo che la formazione pro­fessionale possa essere un’espe­rienza significativa e forse deter­minante, sia per sollecitare i giovani ad uscire da forme reali di disagio esistenziali, sia per dar  loro la possibilità di trovare punti di riferimento, che la società dà sempre meno, sia per rispondere al loro desiderio di autonomia, sia per dar loro una soluzione economica.

 Ubaldo Rinaldi Presidente Enaip