Nel suo libro “L’altra parte del mondo” Rita Levi Montalcini scrive: “Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace.” In un saggio filosofico di Simone de Beauvoir si legge la seguente frase “Non si trasforma la propria vita senza trasformare sé stessi”. Essa afferma che su base storica, la donna è stata una “presenza-assenza”, una presenza reale assente alla storia che è storia scritta e fatta dagli uomini, dal sesso maschile. Ma la donna oggi può provare a cercare la strada per la sua libertà: alla donna spetta decidere “che cos’è la donna”. Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace che per vent’anni ha guidato la battaglia contro il regime militare in Birmania, tornata libera nel novembre 2010 dopo 15 anni trascorsi tra carcere e arresti domiciliari, ha ottenuto 40 dei 45 seggi disponibili nel suo Paese. In una poesia di Alda Merini leggiamo “Ho cominciato a piangere per gioco, e poi ho creduto che fosse il mio destino”. Sade, astro consolidato della musica “nera”, ha pubblicato un CD al cui interno vi è una canzone, Pearls, dedicata interamente alla difficile vita di una donna Somala dove le “perle” sono chicchi di grano per sfamare la sua bambina Si potrebbe continuare ancora e ancora. Donne! Donne nella scienza, nella filosofia, nella politica, nella poesia, nella musica. Solo per citarne alcune… Ma non occorre andare tanto lontano e tanto in alto per parlare di noi. Basta guardare negli occhi una assistente familiare che accompagna l’anziano ai giardini. I suoi occhi hanno ricordi lontani, di marito e figli lasciati a casa mentre ora è da sola in Italia per prendersi “cura” di persone sconosciute, in famiglie sconosciute, dove vive una vita fatta di lavoro il più delle volte non riconosciuto. Un lavoro difficile, ma che fa per potere mantenere un’altra famiglia: la sua. Basta guardare gli occhi di alcune ragazze che stanno andando in facoltà, con la spensieratezza dell’età, ma con la speranza di trovare un lavoro dopo la laurea. Basta andare in un supermercato e vedere la
“casalinga” che sta facendo la spesa per casa: un lavoro riconosciuto quasi mai da
1nessuno. Perché non c’è solo la spesa da fare, ma tutto è da fare a casa! Ma cosa c’entra tutto questo con il primo maggio? Con la festa del Lavoro? Il Cardinale Betori, Arcivescovo di Firenze, in occasione della messa di Pasqua, nell’omelia ha detto “…E’ una società e un mondo tutto che si sta sfaldando nei suoi fondamenti. Troppe angosce ci assalgono …l’impudente uso delle ricchezze e l’irresponsabile gestione delle finanze; lo scollamento dei legami sociali, con il venir meno dell’attenzione verso il prossimo, in particolare dei più deboli e dei più poveri; la crisi del lavoro che tormenta soprattutto i giovani e le donne; la fragilità della famiglia…” Il lavoro dei giovani e delle donne appunto. Sono le donne a subire in maniera più visibile gli effetti della crisi assieme ai giovani che non trovano lavoro. Primo effetto tangibile della crisi è l’aumento della disoccupazione intesa in senso largo sia come mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato, sia come mancato ingresso nel mercato del lavoro, sia come veri e propri licenziamenti o procedure di cassa integrazione. Invece occorre puntare sulle donne perché “…è dimostrato che il lavoro delle donne è un effetto moltiplicatore dello sviluppo: un posto di lavoro ad una donna ne crea altri tre per effetto della domanda di beni e servizi..” sostiene la direttrice del dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat.
Noi siamo donne Acli “La presenza delle donne nelle Acli costituisce un filo rosso costante nella loro storia fin dalle origini, nella cornice dell’ emancipazione culturale, sociale e politica del soggetto femminile” e abbiamo il compito di credere e di restare unite, donne e uomini, nel costruire insieme un futuro che non sia questo… Occorre diventare più partecipative, attive nella nostra Associazione, in modo che fare parte delle Acli non siano solo parole, ma fatti concreti, fatti che possano dare a tutti noi, e di conseguenza agli altri, sicurezza, solidarietà a chi ne ha bisogno, cooperazione perché solo insieme possiamo essere una forza. Chi decide da solo, chi accentra e chi ha paura di agire, rischia di “affossare e congelare” il nostro credere nell’Associazione. Sapete cosa rispose Gaudì, l’architetto della Sagrada Familia a Barcellona, in una intervista parlando di Maria Madre di Gesù? “Vergine 2
Maria, non ti sembri male essere piccola, lo sono anche i fiori e le stelle”. Forse siamo viste così da fuori, nel mondo politico, nel mondo finanziario, nel mondo economico, ma non lo siamo. E se anche la nostra forza fosse piccola, siamo grandi nel cuore e nella mente. E anche se ciascuno di noi è un individuo unico e irrepetibile, perché i nostri sistemi di valutazione e le nostre esperienze con l’ambiente e con gli altri sono il risultato delle nostre combinazioni interne, che definiscono il nostro modo di essere, ma tutti insieme possiamo trovare un incontro e uniti costruire il nostro futuro. Ecco che cosa c’entra il primo maggio: la Festa del Lavoro, ma anche la nostra Festa. La Festa di noi donne e di noi uomini ACLI. Madre Teresa di Calcutta aveva una frase che amava spesso dire a chi era deluso, era lontano, era impaurito, era distratto “Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe.” Festeggiamo pertanto questo giorno e che tutti noi, gocce con altre gocce, si possa essere orgogliosi di fare parte delle ACLI. Noi DONNE ACLI lo siamo!
*Coordinatrice Provinciale Donne ACLI Rimini