Lunedì 17 febbraio ha avuto inizio un percorso di formazione sociale e cristiana organizzato dalle Acli provinciali di Rimini. Ad aprire la serie di appuntamenti, Vera Negri Zamagni, professore di Storia economica all’Università di Bologna, che è intervenuta sul tema “Conoscere la crisi economica in cui siamo. Moderatrice Sabrina Zanetti, ex presidente e veterana dell’impegno aclista.
Il successo di questo primo incontro non è dovuto solo al tema, drammatico e attuale, ma alle capacità sorpendenti di un’esperta riconosciuta anche in ambiti internazionali (fra i numerosi riconoscimenti, una laurea ad honorem in Svezia) che sottolinea con orgoglio le proprie “radici” emiliane.
Vera Negri Zamagni parla di economia e politica con estrema chiarezza ed efficacia, coinvolgendo il pubblico. E parte subito con proposte per superare la (da tempo preannunciata) crisi.
«Sosteniamo banche non speculative, gli istituti legati al territorio, i crediti cooperativi. Sosteniamo imprese diverse, in barba alle “leggi di mercato” che non sono ferree, e cambiano secondo il luogo e con il tempo. Da troppi anni non facciamo una vera politica industriale… e occorrono manager competenti che tuttora mancano».
Poi va alle origini del problema. «Indubbiamente gli Stati Uniti hanno una forte responsabilità. Negli anni ’90 hanno creato un disastro finanziario a catena, pagando poi le conseguenze. Ma allo stesso tempo non dobbiamo demonizzare gli altri quando i problemi sono in casa nostra. La Germania ha saputo reagire, e non è affatto una colpa. Questa crisi è più grave di quella del ’29 (che aveva colpito soprattutto i tedeschi), ma non per tutti i paesi».
Vera Negri Zamagni incalza e ricorda gli errori italiani: «Negli anni Ottanta eravamo arrivati al 90% di produttività. Oggi siamo arretrati, in buona compagnia del Giappone che sembrava dominare comunque e che cerca segni di ripresa. Ma in quel periodo – lontano da avvisaglie critiche – il nostro debito pubblico si stava accumulando, e lo portiamo ancora sulle spalle. I vari governi lo hanno fatto crescere con una totale irresponsabilità (tranne quelli guidati dalla Democrazia Cristiana, che ne avvertiva il pericolo economico e lo ha evitato)».
Ascoltiamo questo fiume in piena lucido e concreto, immaginando quanto potrebbe fare Vera Negri Zamagni se fosse ai vertici di governo. E arrivano altre considerazioni valide. «L’ingresso dell’Italia nell’euro è avvenuto con la lira già svalutata, non essendoci un aumento della produttività (a differenza della Germania). Se non riusciamo ad adeguarci, abbiamo sbagliato. Solo Grecia e Spagna hanno fatto peggio di noi, sperando di aggiustare le cose dopo. Dobbiamo essere competitivi e produttivi, avere un sistema economico non a rischio. Se i “poveri” non riescono a comprare, i “ricchi” (che detengono la percentuale più alta delle risorse) non spendono per procurare posti di lavoro o opportunità per altri».
Quest’ultima considerazione tocca il tasto dell’etica, protagonista di un’altra crisi, quella dei valori. A conclusione, «Risollevarsi è difficile ma non impossibile».
Gli incontri di formazione proseguono lunedì 10 marzo, alle 21 nella sede delle Acli di Rimini (via Circonvallazione Occidentale, 58). Relatore sarà Maurizio Mussoni, ricercatore di Economia politica all’Università di Bologna, che interverrà su “Come è importante l’economia oggi. L’economia dei materiali”. Ingresso libero.
Roberto Sardo