C’era un grande bombardamento a Trento, allora con i miei genitori siamo scappati in un bosco,
era notte, e lì in quel bosco abbiamo dormito per terra, sotto le stelle. Ma già era incominciato in città il
Movimento, c’erano le mie compagne. E io durante la notte pensavo: adesso torneremo verso la casa
distrutta e i miei parenti dovranno andare su sulle montagne a cercare alloggio, ma io non posso partire
perché ho le mie compagne, c’è il Movimento. E allora piangevo e vedevo le stelle, le stelle del cielo e
vedevo come si muovevano durante la notte, tanto che io ho chiamato quella notte, era il 13 maggio,
“stelle e lacrime”. Ad un dato punto sono stata veramente sicura che i miei sarebbero sfollati, via, e io ero
affezionatissima ai miei parenti, li aiutavo anche economicamente perché ero una maestra. Come fare a
lasciare i miei genitori in queste condizioni? E piangevo dal dolore, e ad un dato punto sento dentro una
parola, che è quella che voglio lasciare a voi studenti “Tutto vince l’amore”, e io ho detto, anche questo
deve vincere l’amore? Anche questo.
(Fonte: Chiara Lubich – La notte di stelle e lacrime)