In quel caldo pomeriggio di lunedì 26 settembre, la chiesa del Crocefisso era gremita come per le grandi ricorrenze liturgiche, per l’ultimo saluto a Vito Lombardi, autentico personaggio della Comunità Cristiana e della società riminese.
La sua scomparsa fa rivivere nella memoria oltre un mezzo secolo della nostra storia locale, nelle cui alterne vicende si ritrova la sua costante presenza, ricca di ideali, di cultura e di progetti, sia nel campo ecclesiale che in quello sociale e politico.
Con Lombardi scompare uno degli ultimi protagonisti dei cattolici democratici del dopo guerra. Come si può non ricordare quel drappello di giovani che, forgiati alla scuola dell’Azione Cattolica, divennero dirigenti delle ACLI, organizzarono il Libero Sindacato, condussero battaglie memorabili nelle Istituzioni cittadine in difesa del mondo del lavoro?
Chi ha vissuto gli anni dell’immediato dopoguerra può testimoniare ai più giovani quale sia stato l’intuito e il generoso impegno di alcuni militanti cattolici riminesi nel contribuire alla ricostruzione della vita democratica, soprattutto nel dare vita a istituzioni sociali, quali le ACLI , con i suoi servizi di formazione e di tutela dei lavoratori, con in primis il Patronato (diretto egregiamente per oltre 30 anni da Giuseppe Giunchi), ed in seguito con il Centro ENAIP “S. Zavatta”; analogamente è avvenuto per il Sindacato, all’indomani dell’uscita della corrente sindacale cristiana dalla Confederazione del Lavoro.
A questo riguardo è doveroso ricordare alcuni protagonisti di allora: Alfredo Floridi, don Domenico Calandrini, Francesco Papaleo,Giorgio Amati ed altri, che diedero vita alle ACLI riminesi; Francesco Gulminelli (ed altri),
“storico combattente” negli albori della CISL; Giuseppe Babbi, schietto democratico, con altri amici “popolari” diede vita alla Democrazia Cristiana e fu tra i primi con Alberto Marvelli e, successivamente, ad impegnarsi nelle Istituzioni cittadine e nell’associazionismo cattolico e sociale, artefice – tra altro – del Movimento Cooperativo.
È in questo contesto che si inserisce la personalità di Vito Lombardi , che emergerà dagli anni cinquanta in avanti negli ambiti culturali, sociali e politici, con un apporto di idee e di concrete iniziative, con le quali occorreva misurarsi. Significativo il suo impegno nel Consiglio Comunale di Rimini negli anni ’60, assieme a Mario Angelini, Walter Bollini, Piero Vanoni, Sebastiano Bianchini, Benito Ratta (ed altri), coeso gruppo dirigenziale delle ACLI, che portò alla ribalta della città temi e problemi di grande rilevanza per il suo divenire.
Lombardi, Vito per gli amici, era un personaggio complesso: di intelligenza non comune, poliedrico nelle iniziative. Non amava la ribalta; esercitava bene la virtù dell’umiltà, anche se le sue idee e determinazioni, non gridate, erano a volte perseguite quasi con cocciutaggine, tanto era convinto dei suoi obiettivi.
Lombardi, studioso in grande dei problemi, dove ha assunto responsabilità di rilievo ha prodotto risultati, ed ha lasciato un segno riconoscibile di laeder capace e trasparente, dedito con appassionato impegno al bene della Comunità.
Così l’abbiamo conosciuto quale dirigente delle ACLI e del Centro ENAIP, come operatore sindacale nella CISL degli anni ’50 e – successivamente – quale Segretario prov.le della FABI (bancari); altrettanto dicasi per le sue battaglie politiche e sociali condotte in Consiglio Comunale; mediante manifesti (forti di denuncia e di proposta!) avvalendosi poi de “La Voce Del Lavoratore” , graffiante periodico delle ACLI riminesi, che produsse peraltro anche qualche “malessere” all’interno della Curia Romana…
Ma la sua operosa attività trovò il culmine di impegno nel settore dell’assistenza e della sanità: nel “pubblico”, nell’ambito dei Consorzi Socio-sanitari; nel “privato sociale” quale presidente dell’ospedalino pediatrico, che porta alla mente le battaglie di popolo tese a scongiurarne la chiusura. Di Vito Lombardi diviene poi doveroso ricordare la lunga opera di presidente dell’Istituto “S.Giuseppe” (detto) “Per L’Aiuto Materno”, dove si destinò un’ampia struttura quale centro di accoglienza per ragazzi e giovani con patologie medio-gravi. Vito ha dato il meglio di se a questa nobile causa!
Lombardi, uomo di cultura, era uno studioso appassionato dei fenomeni sociali ed economici e, sulle orme di Ermanno Gorrieri, ha elaborato serie analisi e significative proposte tese all’arduo e mai raggiunto obiettivo di una più equa distribuzione della ricchezza, ponendo con forza in questa ottica la realizzazione del salario famigliare, quale base di una maggiore equità sociale.
Questo suo prioritario impegno di antica data, lo ha accompagnato con uguale passione anche durante i lunghi anni della malattia, fino agli ultimi giorni della sua vita. Nel silenzio della sua casa, accanto alle amorevoli cure di Laura, ha saputo abbracciare la sua croce con Fede e serenità d’animo.
La esemplare testimonianza di Vito, ora passato “All’Altra Riva”, non può essere facilmente “archiviata” senza una ponderata riflessione sui valori da cui può scaturire un autentico stile di vita cristiana.
Armando Foschi