Pubblicato il messaggio di presentazione della XX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra il 17 gennaio 2016

 

“Riteniamo necessario ribadire con convinzione alle nostre comunità e a tutti gli uomini ricchi di sensibilità e di sapienza, la necessità di proseguire il cammino di dialogo che vent’anni fa abbiamo voluto iniziare”. Contiene una comune riflessione ebraica e cristiana sulla Decima Parola tra quelle scelte tra Esodo 20 e Deuteonomio, il messaggio di presentazione della XX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra il 17 gennaio ed avrà quest’anno per tema: “Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”.

“Questo testo – scrivono nel messaggio mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, e rav Giuseppe Momigliano, presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia – ci insegna a purificare i nostri desideri, ad orientarli al disegno di Dio”.

I due rappresentanti religiosi scrivono che colgono “con preoccupazione i segni sempre più frequenti di un’umanità smarrita, delusa da tante false idolatrie che hanno condotto i loro seguaci in percorsi colmi di rovine e senza futuro”. Di qui la percezione della fatica degli uomini “a concepire progetti per il futuro, a custodire responsabilmente i beni del creato per le generazioni che verranno, poiché quando viene a mancare nell’uomo la ricerca dell’Eterno, si smarrisce anche il valore del tempo che valica i confini della nostra vita; in questa prospettiva, mentre rinnoviamo la nostra fedeltà ai principi e ai precetti che, con distinte peculiarità, caratterizzano le nostre fedi, sentiamo l’urgente necessità di ribadire la fiducia che, proprio dal fecondo dialogo da noi intrapreso, dalla ricerca di valori morali e spirituali condivisi nei quali operare in sintonia, possa scaturire una positiva testimonianza di fede, una fede suscettibile di restituire speranza e di rivolgere nuovamente i cuori di molti verso l’Eterno proprio perché ispira messaggi di vita e di pace, una fede capace di arricchirci nell’anima e di guidarci nelle scelte per il nostro autentico bene, gradite al Signore”.

Una “concreta realizzazione di quel ‘fraterno dialogo’ di cui parlava Nostra Aetate“. Così descrivono il percorso di dialogo intrapreso, indicando nel Concilio Vaticano II una “pietra miliare” nell’apertura di una nuova epoca all’insegna della ricerca di fraternità. “Una fraternità – si legge nel messaggio – per troppo tempo nascosta e disumanamente ostacolata, una fraternità che non abbiamo ancora finito di riscoprire, una fraternità che però si manifesta sempre più nella sua indispensabile e provvidenziale attualità”.

La Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei verrà coronata, quest’anno, dalla visita di papa Francesco presso il Tempio Maggiore di Roma, la Sinagoga. La visita avverrà esattamente sei anni dopo la visita di Benedetto XVI (17 gennaio 2010) e a quasi trent’anni dalla prima visita di un Pontefice, San Giovanni Paolo II, il 13 aprile 1986.