La prima cosa che colpisce di Silvia Sanchini è il sorriso. Sul suo profilo Facebook ci sono parecchie foto in cui è ritratta e in tutte sorride. A volte apertamente, a volte in modo appena accennato, a volta in maniera proprio convinta strizzando gli occhi.
Silvia è una persona felice? Chissà. Di certo, come tutti, ha e ha avuto dei problemi, ha superato delle difficoltà e qualche momento complicato. Ma l’immagine che trasmette è di una ragazza positiva, accogliente, generosa.
Il libro che ha recentemente pubblicato, “Riportando tutto a casa” ne è conferma. In questo bel volumetto blu sono raccontati, come recita il sottotitolo “Viaggi, storie, incontri nel mondo dell’educazione e del sociale”. Nell’introduzione Silvia Sanchini scrive che in questo libro sono riportate «le storie e le esperienze che ho avuto il privilegio e la responsabilità di accogliere, tutte le cose che ho cercato di apprendere. Troverete le vite di adolescenti e giovani con esperienze familiari complesse, in certi casi costretti a crescere in una comunità di accoglienza, in affido o in una casa-famiglia. Alcuni tra loro sono giovani migranti, giunti in Italia soli quando erano ancora minorenni. Dialogano idealmente con queste storie articoli, riflessioni, recensioni che in questi anni hanno accompagnato il mio lavoro in ambito educativo e sociale».
Alcuni dei brani pubblicati «sono stati scritti a più mani e nascono da lunghi dialoghi con i ragazzi e le ragazze protagonisti per dare spazio alla loro voce senza intermediazioni, cercando di uscire dai soliti cliché – spiega Silvia –. In altri casi i nomi sono di fantasia ma raccontano vite incredibilmente reali. Ogni pagina nasce da una confidenza ricevuta, da un segreto condiviso, da lunghe chiacchierate al tavolino di un bar, in riva al mare o mangiando un piatto di riso cucinato con mille spezie, dall’ascolto e dalla condivisione con educatori ed educatrici, insegnanti, assistenti sociali, psicologi e psicologhe, volontari e volontarie».
Le storie riportate sono dure, raccontano di esperienze drammatiche vissute da ragazzi e ragazze spesso minorenni e provenienti da altri mondi, giovani che con tanto coraggio ed energia sono riusciti a rifarsi una vita in Italia, grazie anche agli incontri con educatori preparati e sensibili. In uno dei racconti si cita la casa di pronta accoglienza Amarkord, gestita dall’Associazione Sergio Zavatta onlus, ma questo è solo un pretesto per inserire la presentazione di questo volume nella newsletter delle Acli di Rimini.
“Riportando tutto a casa” è un libro che dovrebbe essere letto da tutti, perché mostra con semplicità e chiarezza la vita di persone che vivono nella nostra città, che incontriamo per strada e che hanno un passato spesso molto diverso dal nostro, ma che speriamo abbiano un futuro insieme a noi, in una società accogliente e aperta a tutti.
È un libro di grande speranza, non speranza “sciocca” e superficiale, ma una speranza concreta che parte e – ci auguriamo – arrivi a un futuro concreto e migliore. Come si legge nell’ultimo racconto del libro, un giovane migrante arrivato a Roma pronuncia la frase che dà il titolo al capitolo “Questo è il giorno più bello della mia vita fino a oggi”. Silvia Sanchini commenta che «in questa frase c’è tutto il senso che voglio dare a questo tempo e in generale ai tempi difficili che ci troviamo a vivere. (…) In quel “fino a oggi” c’è lo spazio dell’inaspettato, della sorpresa, dell’imprevisto. C’è una promessa di futuro. C’è una scintilla di speranza. E questo vale per chi è certo che la vita non abbia terminato di sorprenderlo ma anche per chi sta attraversando un dolore».
Un’ultima annotazione. Il libro di Silvia Sanchini, dicevamo, dovrebbero leggerlo tutti, e per chi non conosce i mondi delle associazioni, della migrazione, dell’accoglienza, dell’educazione, Silvia ha molto utilmente pubblicato alla fine del volume un piccolo glossario che spiega alcuni dei termini usati (altri vengono man mano chiariti nelle note ai vari capitoli).
Il libro però non si chiude con il glossario. Silvia Sanchini ci fa un altro regalo, raccogliendo nelle ultime pagine “Letture, visioni e musica per accompagnare questo libro” e spiegando che «Il titolo “Riportando tutto a casa” è un omaggio all’album dei Modena City Ramblers, colonna sonora della mia adolescenza, a sua volta ispirato a “Bringing it all back home” di Bob Dylan».
Chi è Silvia Sanchini
Silvia Sanchini è nata a Rimini nel 1983 e attualmente vive a Roma. Ha conseguito una laurea magistrale in Scienze della formazione presso l’Università degli Studi di Bologna. È stata presidente nazionale della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Da diversi anni lavora nell’ambito dell’educazione, della formazione e della comunicazione sociale.