Prostampa di Claudio Giani è un laboratorio di stampa tipografica (dal biglietto da visita al libro/catalogo) e tampografica (stampa su oggetti) che da due anni si trova all’interno del Centro Socio Occupazionale di Sant’Aquilina di Rimini, gestito dalla Associazione Sergio Zavatta onlus.
Proviamo a conoscere meglio questa realtà attraverso le parole del suo fondatore.
Claudio Giani, quando è nata la vostra realtà e dove si trova?
«La Prostampa proviene da un cammino professionale mio personale. Per oltre 30 anni ho lavorato e/o gestito realtà di arti grafiche. Nel 2019 scelgo di iniziare una collaborazione dove posso condividere insieme a ragazzi con disabilità le mie giornate di lavoro, coinvolgendoli nelle varie lavorazioni. Da due anni sono all’interno del CSO di Sant’Aquilina».
Chi sono e quante sono le persone occupate nel laboratorio?
«I ragazzi ospiti del Cso (maggiorenni disabili di tutte le età) sono circa 25, seguiti da diversi educatori. In laboratorio mi aiutano una o al massimo due persone per volta».
Lei che ruolo ricopre?
«La Prostampa è un laboratorio artigianale e svolgo la mia attività da solo, quindi stampatore, impaginatore, amministrativo, fattorino ecc.».
Chi sono i vostri clienti?
«I clienti provengono da tante categorie merceologiche, ma un po’ tutti hanno esigenze di stampa».
Prostampa riesce a sostenersi, è in attivo? E la pandemia ha cambiato qualcosa?
«Con le commesse che riceviamo riusciamo a rimanere in un minimo di attivo. Riguardo a fatturato o commesse non è cambiato molto da prima della pandemia (tranne nei periodi di lockdown in cui il fatturato calava praticamente a zero)».
Quali sono i rapporti con l’Enaip?
«Con Enaip ho iniziato questa collaborazione proprio dopo aver sentito il presidente Vittorio Betti che illustrava un progetto di Zavatta Lab, ovvero realtà produttive che coinvolgono ragazzi giovani o con disabilità scegliendo un rapporto di condivisione diretta. Un volersi mettere in gioco, questo è quello che mi hanno trasmesso e così è stato».
Progetti per il futuro?
«Credo che tutti insieme possiamo fare molto per il sociale, anche all’interno di attività produttive private. Per il futuro non ho progetti pianificati, ma piuttosto una speranza: che il mio pur piccolissimo esempio faccia scattare la stessa voglia di mettersi in gioco anche ad altri».